by © poetrypark
A volte sogno d’essere in Ortigia
nel dedalo di viuzze intersecate
in piena notte povera di folla,
così ricapita nel sonno ancora:
all’imbocco di via Del Crocefisso
galleggia bassa una leggera nebbia,
due leoni in cemento fan la guardia
a un duplice filar di piante
che in recipienti vasi
van fino in via Minerva;
passo per via Minerva e vedo i gatti
posati su le luci dei faretti,
un poco di calore li si aggrada;
da via Minerva vado in Piazza Duomo
e da via Picherali alla fontana:
la polla d’acqua abbevera i papiri
e fluisce verso il mare.
Sul lungomare Alfeo alla balaustra
c’è la mia bella che sorride: secoli
prima, in una serata afosa, “Amore
sono i tuoi occhi,” le avevo detto, “belli
come Fonte Aretusa.” Mi respinse.
“Non siamo fatti l’un per l’altra.” disse.
Ora parea disposta a esser baciata.
Ma non volli prestarle più attenzione,
solo le chiesi: “Tu che ci fai qui?”
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